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(visitando il Castello di Miramare)......
          IN UN VECCHIO CASTELLO
In un vecchio castello,scoprire sensazioni antiche,scuotere le tende per correre corridoi,suoni d' echi lontani sparsi nel tempo.Da una finestra un giardino,il rifiorire di rose appassite,rivivere la speranza,il sorriso alla vita,nel fuggir dagli affanni presenti....Cesare Borroni(29-03-'12)
Poesia dedicata a Alda Merini ♥

                                        

TRIESTE

Ho attraversata tutta la città

Poi ho salita un’erta,

popolosa in principio, in là deserta,

chiusa da un muricciolo:

un cantuccio in cui solo

siedo; e mi pare che dove esso termina

termini la città.

Triestre ha una scontrosa

grazia. Se piace

è come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

per regalarti un fiore;

come un amore

con gelosia.

Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via

Scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,

o alla collina cui, sulla sassosa

cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.

Intorno

Circola ad ogni cosa

Un’aria strana, un’aria tormentosa,

l’aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita

pensosa e schiva.
 

Di Umberto Saba

 

Trieste è tra i temi in assoluto più cari a Saba, un tema che si estende, pur attraverso modi e prospettive ogni volta differenti, da un capo all’altro del Canzoniere. Il poeta ama Trieste quasi al di là del fatto che sia la sua città: è il luogo fresco che brulica di vita intensa, il luogo aperto sul porto, sul mare che in continuazione ne rinnova il sangue in una sorta di perpetua giovinezza.

Saba intrattiene con la sua città un rapporto tutto speciale: l’ama in se stessa, nelle sue vie, nei suoi colori, nella brulicante umanità dei suoi vicoli oscuri e del suo porto (Città vecchia): qui il poeta ritrova la pienezza di quella calda vita di cui fece prima esperienza nella solidarietà forzosa della caserma.

Trieste è per Saba un luogo privilegiato anche per il suo carattere contraddittorio: è una città portuale, aperta, disinibita e sempre giovane di vita nuova e fresca, e al tempo stesso è una città riservata e diffidente, graziosa di una grazia scontrosa e acerba (Trieste).

In questa contraddizione Saba ritrova la contraddittorietà della propria anima, tesa a immergersi nel flusso della calda vita della folla, e assieme bisognosa di isolamento, orgogliosa della propria solitudine.

Trieste è anche un’inesauribile fonte di poesia; di quella poesia delle cose semplici e concrete, un serbatoio di nomi di uomini, di donne, di vie, di piazze, in ciascuna delle quali Saba riflette e ritrova una parte di sé: come in Tre vie, una lirica in cui a ciascuna strada corrisponde un preciso stato d’animo del poeta.

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